Quando mangiavamo gelati, caramelle, merendine e snack vari, noi sì che ci facevamo delle belle scorpacciate di coloranti, grassi idrogenati, conservanti e altre schifezze di questo genere che hanno dato alla nostra infanzia un gusto irripetibile, emozioni che neanche una xBox è in grado di dare.
Adesso è tutto molto più soft, è un continuo leggere "senza grassi idrogenati", "senza coloranti", "senza conservanti", ma allora, mi chiedo io, ma che cazzo ci mettono dentro a queste schifezze?
Comunque il web pullula di siti/blog/portali (sempre la stessa cosa, solo definizioni diverse) che si fanno paladini del mangiare sano, del mangiare schifezze che non contengono schifezze. Uno di questi è Il Fatto Alimentare che:
fornisce notizie e informazioni sulla sicurezza alimentare, sulla qualità dei prodotti, sui prezzi, sulla pubblicità ingannevole e sul mondo che ruota intorno al supermercatoOggi parlano di panettoni, ho meglio, criticano la critica di Altroconsumo verso i panettoni prodotti industrialmente:
Un test comparativo pubblicato sul numero di dicembre, ritiene insufficiente la qualità sensoriale del dolce di Natale firmato da: Bauli, Bistefani, Balocco, Battistero, Paluani, Maina, Motta e Melegatti. L’unico giudizio positivo ma non entusiasmante è attribuito a Tre Marie.Premesso che Altroconsumo mi sta sul cazzo da quando mi ha mandato a casa una lettera con scritto che avevo già vinto migliaia di euro, tutto in pieno stile Postal Market/Vestro anni '80, solo che su Altroconsumo non ci sono le foto delle donnine in abbigliamento intimo; e premesso che sono uno rompi balle a prescindere, mi sorgono due domande:
- come fanno, quelli de Il Fatto Alimentare a criticare un test senza proporre un contro-test?
- perché, nell'elencare le marche di panettoni, hanno sbagliato l'ordine alfabetico elencando per prima la Bauli?
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