C'era una volta una bella bimba, era bella ma non se la cagava nessuno, allora quella bella bimba decise di farsi le labbra come i bimbi che arrivano dal Brasile e si vestono da bimba. A quel punto la bimba venne subito notata e messa a dondolare su un'altalena (aveva studiato parecchi anni per arrivare a farlo bene).
Dondola, dondola e ri-dondola, un bel giorno arrivò un bel principe, bhè, proprio bello non era, ci voleva la carrucola per metterlo sul cavallo, a furia di cavalcare il culo era diventato flacido e si vociferava che il cavallo fosse rubato, ma un principe e pur sempre un principe.
Fù così che la bella bimba cominciò a frequentare le sfarzose feste che si tenevano nella reggia del piccolo (nel senso di statura) principe: era così contenta di potersi stringersi al tenero Jabba the Hutt (tutti lo chiamavano Lele) e al simpatico Dart Fener (tutti lo chimavano Emilio, vai a capire perché poi, comunque se chiamano Lele uno che di nome fa Dario, perché non chiamare Emilio uno che di nome fa Dart?).
Il piccolo (nel senso di altezza morale) principe notò subito che una che dondola così bene (sull'altalena?) aveva le capacità per gestire una piccola contea, fù così che la inviò alla corte del Conte delle grosse formiche, dove si mise a salvare le bimbe come lei dalle grinfie dei gendarmi cattivi.
Ma un brutto giorno i gendarmi arrestarono Jabba perché non pagava i narghilè che si fumava, Dart Fener venne spedito in orbita (finalmente sul satellite) e al piccolo (in tutti i sensi) principe fù sequestrato il cavallo.
Fù così che la bella bimba cominciò a fare lo stesso mestiere dei bimbi che arrivano dal Brasile e si vestono da bimba, e scoprì che le favole che le raccontavano da piccola erano solo delle grandi stronzate.
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