venerdì 23 luglio 2010

La soluzione per il Bavaglio ai Blog

Due dei blogger italiani che seguo con maggiore interesse oggi parlano del "Bavaglio ai Blog", cioè l'obbligo dei blogger, se richiesto, a rettificare entro 48 ore una qualsiasi affermazione.

I due blogger sono Rudy Bandiera e DElyMyth, il primo sostiene:
Questo DDL, per quando imbarazzante per alcune cose, mette dei paletti precisi, delle regole prima inesistenti, riguardanti i blog (sempre più letti e potenti).
Io personalmente preferisco inserire una rettifica piuttosto che andare in giudizio, e se sono assolutamente convinto di avere ragione me ne vado in giudizio come sarebbe successo prima del DDL.

DElyMyth pone un'osservazione pratica:
Oddio, io 48 ore offline non le faccio da anni, riuscirei ad intervenire, ma questo per quanti altri vale?
Quanti altri blogger, decisamente piu' amatoriali della sottoscritta, se ne vanno in vacanza senza portatile, senza posta, senza connessione? (all'estero, ad esempio?).
Ho postato un commento all'articolo di Rudy Bandiera, visto che ha creato un bella e corposa discussione ve lo ripropongo nel caso non riusciate a trovarlo in mezzo agli altri:

Non so quanti di voi abbiano mai avuto bisogno di un avvocato, io purtroppo sì, anche se hai ragione le spese sono tante.
Nonostante tutto mi fido della giustizia italiana, non credo che chi abbia buoni avvocati riesca a vincere una causa anche se dalla parte del torto, ma è comunque in grado di fartela “soffrire” un po’ di più, tradotto in soldoni: son soldoni!
Dovessi scrivere qualche cosa sul mio blog contro XXX e lui mi chiedesse la rettifica, non starei tanto a pensarci, prenderei e rettificherei, non ho la potenza e, diciamocelo, le palle per far valere il mio pensiero.
E’ vero quanto dici tu, se uno vuol scansarsi una denuncia lo può fare, ma è anche vero che il signor XXX ha un’arma in più perché può usare il suo “potere” per far tacere persone senza nenache fare un azione legale.
Qualcuno si starà chiedendo: “Ma come, dici che se una persone potente ti chiedesse di fare una rettifica lo faresti al volo per paura di una denuncia, e non sei d’accordo con una legge che ti permette, appunto, di evitarla?”
Il concetto è questo: nessuno è infastidito da quello che scrivo, non sono né una famosa testata giornalistica né – aimè – un famoso blogger, ma quando tanti come me scrivono la stessa cosa, sui blog o sui social network, allora la cosa può dar fastidio e questa legge è uno strumento per mettere a tacere la cosa.
Per assurdo XXX potrebbe creare un ufficio incaricato di cercare notizie ritenute fastidiose e provare a chiedere a tutti la rettifica, rimarrebbero le voci forti ma verrebbe azzittita la moltitudine.
Forse una soluzione l'ho trovata: basterebbe fare un bello script che automaticamente, ogni giorno, pubblichi un post di rettifica a tutti gli articoli scritti il giorno prima.

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