lunedì 29 novembre 2010

La vita non è un film

Che la vita non fosse un film lo sapevo da parecchio tempo, più che altro mi sono subito accorto che la vita non è un film porno: le colleghe non passano il tempo sotto le scrivanie, le infermiere (solitamente non poi così gnocche) si limitano a fare il loro mestiere, bene, naturalmente, ma niente servizi "extra" e, cosa più deludente, ho scoperto che alle lesbiche dei maschi non glie ne frega proprio un accidente, altro che tuffo carpiato in mezzo a due donne dedite a giochi saffici...

Chissà quanti maschietti hanno fatto le stesse constatazioni e chissà quante ragazze hanno scoperto che più che un Richard Gere che le riempie di vestiti è più facile trovare un "uomo qualunque" che beve birra sul divano mentre guarda una partita di calcio (se siete fortunate non rutta).

Però ad una cosa ci credevo ancora, credevo ancora nei diplomatici dei film che, godendo dell'immunità, erano soliti essere dei gran figli di puttana con gli intrallazzi più assurdi, a metà strada tra uno 007 e un tagliagole.

Invece scopro che i diplomatici americani in Libia (Paese che ha dato non poche grane agli U.S.A.) si preoccupano di avvisare il proprio Paese del fatto che Gheddafi si fa sempre accompagnare da un' infermiera zoccolona.

Cazzo, vuoi dire che per lui la vita è un film?!?

giovedì 25 novembre 2010

Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne

il mio amore, sì il mio amore,
nonostante qualche dissapore.
Come una libellula selvaggia
io sorvolerei, però dimmi cosa hai fatto con il greco sulla spiaggia.
Senza fiato, senza bronco, tu sei ritornata ma ti stronco;
se ti lascio in faccia i segni del saldatore so che capirai:
io non ti porterò rancore
Rapput, Claudio Bisio

Occasioni del genere non bisogna farsele scappare: oggi è la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne (tempo che l'hai detto è finita la giornata), ciò vuol dire che posso andare per strada e picchiare il primo bimbominkia che incontro o fare lo sgambetto al primo vecchietto antipatico (antipatico perché sono 40 anni che è in pensione, mentre io alla sua età lavorerò ancora) che mi capita a tiro, si può fare tutto quello che si vuole, tranne violenza alle donne.

Sono imperdonabile, almeno questa cosa dovrei prenderla sul serio anche perché, purtroppo, è veramente una cosa seria. Potrei fare un elenco di soprusi, violenze e atrocità varie perpetuate nei confronti del gentil sesso (gentile un cazzo, avete mai visto le donne in una riunione di condominio?) ma più che elenco dovrei chiamarlo lista e ricorderei troppo altre cose.

La colpa è nostra, noi vorremmo la classica zoccola-stile-pornostar-con-me-e-MariaTeresaGoretti-con-gli-altri ma abbiamo sempre paura di avere la temutissima mio-marito-davanti-di-dietro-tutti-quanti. Questo ci porta a compiere le cose più atroci, tipo eleggerle ministro dell'istruzione o far guidar loro un'auto, per non parlare di quelli che le obbligano per ore e ore a camminare tra le vetrine dei negozi, una vera e propria tortura.

Io cerco di fare del mio meglio, cerco di strappare un piccolo sorriso sulla bocca di tutte le donne scrivendo cazzate; ma non preoccupatevi, se non state sorridendo vuol dire che anche per questo mese non siete incinta.

martedì 23 novembre 2010

Vieniviaconme o stai con Harry Potter?

Topolino, dopo un po', diventa noioso, quasi antipatico. Sempre con la soluzione giusta, senza macchia o debolezza, sempre politicamente corretto, sempre dalla parte della ragione, insomma: due palle. Ma Topolino è storia passata, di quando ero bambino e non vedevo l'ora che uscisse in edicola - per Paperino, mica per lui.

L'eroe adesso è il maghetto (non più tanto maghetto) Harry Potter, anche lui tanto bravo e giusto da risultare quasi antipatico (ma fai qualcosa di sinistra, che ne so, palpa Ermione) , e se non lo considerate antipatico almeno passatemi il fatto che è noioso, e se avete visto l'ultimo episodio, anzi, la prima parte dell'ultimo espisodio, passatemi il fatto che è noiosissimo.

Il film e tutto un restare e un andare, una lista di cose da fare e da trovare, sempre il solito metter contro maghi e mezzosangue, e poi c'è Ermione che "rimango perché.." e il rosso (come cavolo si chiama il rosso?) che "vado via perché..."; è un ripetere le stesse cose agli "iniziati" quelli che sanno già cos'è un babbano e chi è Voldemort, gli altri, probabilmente, stanno a casa a vedersi il Grande Fratello.

Io, oserei dire che mi sono fatto due maroni, anzi, uno, ma con la M maiuscola.

venerdì 19 novembre 2010

Si fa proprio fatica a trovare un appartamento in centro a Milano a meno di 100.000 euro

Grazie al tg-non-schierato di Canale 5 [Stavo navigando tra i vari siti di annunci immobiliari] ho scoperto che ci sono migliaia di posti di lavoro vacanti, sembra che parecchie aziende facciano fatica a trovare manodopera specializzata. Tra gli esempi esposti [ho la vaga impressione che, con questi soldi, al massimo posso comprarmi un box], anzi, l'unico esempio  esposto: il saldatore che conosce un po' l'inglese può guadagnare fino a 2000 euro al mese (lordi o netti non è dato a sapersi) ma pare nessuno si faccia vivo.

Io di saldatori che sanno un po' l'inglese non ne conosco [ma quanto cazzo costano le case a Milano?], ho amici che sanno l'inglese e si dilettanno a saldare ma non credo siano adatti al lavoro richiesto.

Ma la legge della domanda e dell'offerta [Prendere una casa in affitto è da pazzi] vale solo quando vogliono loro? Se non trovano il famoso saldatore poliglotta o qualsiasi altro tipo di manodopera specializzata [Pensare che ha questi prezzi bisogna aggiunger l'IVA] i motivi possono essere solo due: nessuno fa quel mestiere (dubito fortemente) oppure chi fa quel mestiere è già pagato [e il notaio, cazzo, quanto odio i notai] e trattato bene. Insomma, caro industrialotto: per il saldatore poliglotta devi pagare di più!

[Si fa proprio fatica a trovare un appartamento in centro a Milano a meno di 100.000 euro.]

mercoledì 17 novembre 2010

Io non sono Paola, non sono un gadget, ma qualcosa pur sono

I won't pay, I won't pay ya, no way
now now Why don't you get a job
Say no way, say no way ya, no way
now now Why don't you get a job
Why don't you get a job, Offspring

Io non volevo parlare di questo libro, o meglio: io volevo parlare di questo libro quando quel giorno in Feltrinelli un dito puntato verso di me diceva: "Tu non sei un gadget". Appena visto ho pensato che quello fosse un libro da leggere e da farci un post, e magari anche il sugo quando viene Natale. Poi l'ho letto (perché se mi impegno a fare una cosa seria non la faccio, ma le cazzate sì) e ho maledetto il fatto di non avere un caminetto, altrimenti avrei fatto come Pepe Carvalho e avrei utilizzato il libro per accendere il fuoco.

Il libro è scritto da Jaron Lanier che non è sicuramente un pirla, ma non è certo detto che se uno è un guru nel programmare possa per forza essere un "guru e basta" e insegnarci qualche cosa, ma che cosa?
Quindi, come già detto, ho deciso di non scrivere nulla riguardo a questo libro, ma, come spesso succede, quando prendo una decisione ferma e precisa, capita sempre qualche cosa che mi fa cambiare idea, e così leggo in questo post la seguente frase:
Conclusioni quella di Paola Caruso è una splendida parabola dell’uso disumanizzante che propone la Mente Alveare in cui ci operiamo, il caro vecchio Tecnonucleo.
Noooooooooo! Cazzo! Mente Alveare vi rendete conto? Mente Alveare, il termine usato dal rasta-dotato fautore del libro salvato dal caminetto.

Però io non voglio parlare del libro, e allora mi metto a parlare di Paola Caruso, a dir la verità non vorrei parlare nemmeno di lei, perché non vorrei mai parlare di una persona che lavora per 7 anni in una situazione di precariato e non vorrei mai parlare di una persona che fa lo sciopero della fame (pratica sputtanata dal bianco-codin-dotato radicale) e, in generale, non vorrei mai parlare di cose brutte e tristi.

E' vero: io non sono Paola, anche perché se proprio dovessi darmi una nome da donna ne sceglierei uno più da zoccola, e non ho nemmeno fatto il precario nella mia vita, ma per due anni sono stato uno di quelli che ai tempi si chiamavano Co.co.co, quelli che io soprannominavo le galline senza le uova d'oro.
A quei tempi non si usava mica internet per cercare lavoro (niente Mente Alveare) ma si rispondeva agli annunci, quelli che leggevi sull'inserto dedicato del Corriere della Sera, dove giornalisti con un posto più che fisso, pagati anche grazie ai soldi dei contribuenti, esaltavano la nuova flessibilità del mondo del lavoro, decantandone tutti i pregi.

Ma non voglio parlare della mia vita lavorativa, non voglio parlare neanche di Paola e, tanto meno, parlare del libro, dei gadget e della Mente Alvera, però una cosa la voglio dire: ma vaffanculo a voi e alla flessibilità!

lunedì 15 novembre 2010

Pizzeria d'una volta

Per una volta ho evitato i minimalisti-cool finti ristoranti giapponesi gestiti da cinesi o la finta osteria d'altri tempi che ti mette una tovaglia a quadri e fa pagare un piatto di pasta e fagioli quanto un misto di crudità al porto di Cannes e ho deciso di addentrarmi in una classica pizzeria d'una volta.

Le tovaglie sono rigorosamente in tinta unita (quelle a quadri fanno molto osteria d'altri tempi) e i camerieri si muovono tra un tavolo e l'altro ad un ritmo forsennato; le bevande più gettonate sono due: la birra annacquata e un pessimo vino bianco della casa nella caraffa da mezzo litro.
Inutile dire che questo è il regno di fritti misti, spaghetti al cartoccio, pizze e il profiterol a fine pasto (il non plus ultra, però, sarebbero state le penne alla vodka).

Nessuna musica di sottofondo, sarebbe inutile visto il fastidioso vocio, sulla destra una donna indossa più pizzi di una vetrina della yamamay, dietro a lei una sciura dai capelli bianchi con riflessi violacei e la collana di perle; un tizio con crocefisso al collo mostra alla sua compagna (probabilmente una zoccola dell'est con almeno 20 anni in meno di lui) quanto sia bravo nel far rimanere il bicchiere attaccato al palmo della sua mano (credo per esercitarsi a fare il parlamentare) e le tre Sex and the City della brianza alla mia sinistra escogitano come "accoppiare" il fratello di una di loro con un'amica comune.

Per un po' ho creduto di essere tornato indietro nel tempo, per un attimo ho pensato che il giorno dopo, accendendo la televisione, avrei visto Robert Plant presentare il suo ultimo album...

giovedì 11 novembre 2010

Google sa che io sono povero

Nell'interfaccia di Gmail, Gooogle mi propone un ads dell'IKEA, ho guardato bene le mie e-mail, non ci sono né menzioni ai mobili né direttamente all'azienda.
A questo punto sono arrivato ad una conclusione: non ho idea di come facciano ma Google sa che io sono povero!


Everybody's looking for something
Some of them want to use you
Some of them want to get used by you
Some of them want to abuse you
Some of them want to be abused
Sweet Dreams, Eurythmics

L'Italia dei Califfi

Sei un single, uno che il mutuo se lo paga da solo, il riscaldamento se lo paga da solo, la fornitura di energia elettrica se la paga da solo, le spese condominiali se le paga da solo, e tutto il resto se lo paga da solo? Devi essere punito e pagare più tasse.

Hai passato la vita a sperperare i soldi in droga e zoccole e improvvisamente ti ritrovi con "soli" 20.000 euro di reddito annui, ma tutto il resto è noia? Allora devi essere aiutato dalle istituzioni.

lunedì 8 novembre 2010

Digital divide. Da chi, da che cosa? (complemento)

Welcome to the hotel california
Such a lovely place
Such a lovely face
Plenty of room at the hotel california
Any time of year, you can find it here
Hotel California, Eagles

E' la rete delle reti, quella su cui si appoggiano i social (o sedicenti tali) network, quella dove i contenuti vengono dal basso, quella che ha permesso a tutti noi di diventare "uomo dell'anno" nel 2006.
C'è anche chi l'ha proposta come premio Nobel, quel Riccardo Luna che si è pure sentito dire di tutto perché accusato di averlo fatto solo per pubblicità o, semplicemente, perché considerata una boiata. Io sono per la seconda, ma lo ringrazio, con la suo boiata ha nascosto quella peggiore: c'è chi aveva proposto lui, sì avete capito chi, proprio lui.

Ma l'iperattivo direttore di Wired adesso ne ha in mente un'altra, dopo averci spiegato i misteri delle piramidi (con Giacobbo, cazzo, con Giacobbo) e dopo la già citata candidatura, adesso è ora del digital divide.
Chissà mai se il Nostro riuscirà mai a far dirottare i soldi destinati ad una delle più grandi e inutili opere mai pensate ad uno scopo ben più nobile e utile, chissà se un giorno tutto il Bel Paese sarà servito dalla banda larga. Perché tutti devono entrare in questo mondo affascinante, mondo sul quale si fanno convegni, forum e workshop, dove la domanda che tutti si pongono è solo una: "come cazzo riusciamo a farci i soldi con 'sta cosa?".
E sì, perché qua, nella rete, di rivoluzioni non se ne fanno, al più un po' di marke(t)ting.

Ma non arrabbiatevi, guardatevi un pornazzo in HD di Sasha Grey e godetevi la vostra banda (ho detto banda) larga.

mercoledì 3 novembre 2010

E adesso: tutti a novanta!

E' incredibile, ma quello lì - sapete bene a chi mi riferisco - riesce a farci fare di tutto.

Abbiamo tifato per Murdoch e per la sua SKY, abbiamo eletto a baluardo della sinistra Gianfranco Fini e difeso la Marcegaglia, per non parlare, poi, di quelli che guardavano con ammirazione Marchionne, anche se adesso di costoro possiamo dire: giurarono e spergiurarono di non essere mai stati lì.

E dopo aver fatto per un po' di tempo i moralisti e i lettori di Famiglia Cristiana, adesso: tutti a novanta! Tutti a dichiararsi gay*, giusto per fargli un dispetto.

Dispetti, perché non ci sono più ideali o persone da contrapporgli, ma solo dispetti.

* chiedo scusa ai gay (tranne Capezzone) questo post non vuole essere offensivo nei loro confronti in nessun modo, magari uso dei termini un po' "grezzi" ma solo per enfatizzare.

martedì 2 novembre 2010

Con tutte le droghe che c'erano....

Come al solito non ne faccio una giusta.
Potrei starmene tranquillamente sdraiato su una panchina con un ago infilato nelle vene, oppure  in qualche angolo della città a fumare il crack per poi dire al primo che passa: "che cazzo ti guardi?" o essere più cool e passare le notti nei cessi dell'Holliwood a pippare cocaina e poi aggirarmi per la pista con la faccia di legno, tentandoci con tutte le ragazze e provocando qualche rissa.

Invece no, ho scelto la strada più difficile e pericolosa, passare le serate al pub con gli amici a bere birra, perché putroppo è così: l'alcool è la droga più dannosa.

P.S: e adesso, caro Fini, che facciamo, arrestiamo anche quelli con in mano una bottiglia di birra?

lunedì 1 novembre 2010

Halloween

Ho messo una zucca sul balcone, l'ho messa per tenere lontani santi
tipo Padre Pio e per attirare marocchine di 17 anni con il fisico da
pin-up.
La zucca ha funzionato solo a metà: non si sono visti antipatici
vecchietti con segni della crocefissione in punti sbagliati ma neanche
avvenenti magrebine sedicenti nipoti di premier.
Comunque halloween è una festa che mi piace, metà commerciale e metà
pagana, arriva da lontano, da quando le religioni non erano strumenti
di potere, e poi, diciamocelo: cosa c'è di meglio che un'altra scusa
per bere?