sabato 31 luglio 2010

Muri bianchi


....Eccomi...Arrivo trafelata, dopo una corsa, per cercare di capire dove possa aver messo la chiave per entrare in casa.
Trovata! Guardo sotto il tappeto più per abitudine, che altro....: e infatti, è lì.

Entro e mi chiudo la porta alle spalle. Mi poggio sopra, aderendovi. E' buio, non vedo nulla e a tentoni cerco l'interruttore...scorre la mano nella parete destra....su, giù, su. Non la trovo. Ma perchè?....uff.....; dovevo pensarci prima...quale destra!! A sinistra, a sinistra.

Clik! Non riesco a staccarmi dalla porta, il mio sguardo vaga a 180° per capire dove sono. Le mie articolazioni non ubbidiscono all'unico "padrone", la mia schiena non vuole staccarsi...

Devo arieggiare, no? E allora, finalmente mi muovo e apro le finestre...che sforzo! Bene. I miei occhi si muovono meccanicamente e guardano, senza posarsi più di tanto, sulle cose.
Mi siedo sul divano a due posti...sistemo lo zaino. Non accavallo le gambe, non mi distendo. Sto seduta, c'è qualcosa che mi colpisce.
I muri.
Le pareti di questa casa. Bianche.
Muri bianchi, che ho sempre odiato. Muri dove non vi è appeso nulla, neanche il classico orologio che non manca mai.
Muri bianchi. Solo un calendario.
Appeso, forse, a dicembre dello scorso anno... a natale.
No, è necessario che mi alzi, prenda confidenza, altrimenti così un mese non passerà.

Ho il mio zaino. Dentro una parte del mio salva-vita: una gonna a balze, degli orecchini zingareschi e un tamburello...
Mi spoglio.
Levo in pantaloni, le zeppe, raccolgo i capelli in una treccia...indosso la gonna, metto gli orecchini.....prendo il tamburello e sono pronta....

Si danza, finalmente!!
...a piedi scalzi intorno al tavolo con la tarantella posso finalmente sciogliere un pò di emozioni.

Leyla

venerdì 30 luglio 2010

Buone vacanze (io me ne vado tra gli gnomi)

Come avrete potuto vedere alla fin fine sono riuscito a trovare una blogsitter, si chiama Leyla, non ha un blog ma potete seguirla su twitter (@Ateyna), se terrà la linea che ho dato al blog scriverà cazzate altrimenti c’è il serio rischio che scriva cose molto più sensate.

Mi raccomando: trattatela bene e, se proprio non sapete cosa fare in questi giorni in cui tutti sono in ferie, fate qualche commento ai suoi post.
Io me ne vado a fare un giretto in Europa, che giro farò non lo so ancora, so solo che domani sera sarò qui a bermi una birra.

Buone vacanze a tutti, ci si “vede” tra tre settimane.

Entrare in casa d'altri.

Mi batte il cuore. E non sono innamorata...
Mi sento una ladra. Entrare a casa d'altri, in punta di piedi e in silenzio per non disturbare.

Una decisione improvvisa, questa di sostituire il padrone di casa, ma non presa alla leggera. Non troverà braccialetti al rientro...sicuro. Al massimo si farà due risate.
E così anche i suoi amici....ben vengano! Le risate sono il sale della vita.
Auguratemi buona fortuna. Ne ho bisogno.
Perchè la paura del "foglio bianco" non è altro che è quello di svelare il nostro Io.

Buone vacanze Daniele, non ti preoccupare, innaffierò i fiori, e darò da mangiare al cane.
Ciao

Leyla

giovedì 29 luglio 2010

L'industria del porno punta sull'iPhone 4

E sì brutti maiali che state leggendo, come dice il sito della CBS:
So when Apple Inc. launched the iPhone 4 and its FaceTime videoconference feature, it didn't take long for adult-entertainment companies to develop video-sex chat services and start hiring workers through Craigslist. 
Del resto tecnologia e pornografia sono sempre andati a braccetto:
In the 1970s, the demand for explicit videos at home helped VCRs become widespread, and the industry was the first to embrace DVDs, too. Internet porn peddlers were some of the first to make wide use of streaming video and online credit card payments. 
Nulla di nuovo, come si dice dalle mie parti: "Tira di più ..."

NYT riguardo agli Arcade Fire

Mi piace quanto scrive il New York Times riguardo alla canzoni degli Arcade Fire:
The Arcade Fire’s songs, credited to the whole band but largely written by Mr. Butler and his wife, Régine Chassagne, mingle the punky and the symphonic, the cryptic and the heart-on-sleeve, the self-doubting and the anthemic, often with surging crescendos that make the tunes optimistic despite themselves. It’s both a stomping rock band and a mini-orchestra, complete with string section, accordion or medieval hurdy-gurdy as needed. 
Da notare anche questo passaggio:
Thursday’s show is to be streamed live on YouTube
Dove la parola "YouTube" è un link a Vimeo!!!

Il Big Bang è una teoria passata

La teoria del Big Bang è stata abbandonata in un nuovo modello teorico di universo:
A new cosmology successfully explains the accelerating expansion of the universe without dark energy; but only if the universe has no beginning and no end.
[...]
This universe has no beginning or end, just alternating periods of expansion and contraction. In fact, Shu shows that singularities cannot exist in this cosmos.
Credo che una teoria come questa, in cui non c'è un inizio preciso ma che suppone un Universo esistente da sempre non verrà vista di buon occhio dalla Chiesa (per loro chi esiste da sempre è un'altro); infatti la pagina a riguardo su Wikipedia conclude con:
Negli anni venti e trenta quasi tutti i maggiori cosmologi preferivano un universo eterno e molti obiettarono che l'origine del tempo implicita nel Big Bang introduceva concetti religiosi all'interno della fisica 

Il nuovo Kindle e i suoi concorrenti

Io certe cose non le capisco, quindi le scrivo sul blog nella speranza che qualcuno riesca ad illuminarmi.
Ho già trattato l'argomento ma, questa volta, non voglio paragonare il Kindle all'iPad (paragone senza senso) ma ai suoi diretti concorrenti, cioè i veri e propri e-book, e-reader o come cavolo preferite chiamarli.

Amazon ha annunciato il nuovo Kindle, ancora più "cool" e più economico - talmente economico che comincia a farmi gola veramente - che sarà disponibile sul mercato a fine agosto (speriamo anche in Italia).

Ma arriviamo al punto, a ciò che non capisco: sarà capitato anche voi di vedere nei vari negozi di elettronica e/o telefonia vari dispositivi Kindle-like in bella mostra a prezzi senza senso, perché reputo senza senso che un prodotto che ne imita un altro e non ha dietro a se un catalogo e un servizio come quello di Amazon, possa pretendere di costare il doppio dell'originale; ebbene, chi compra questi aggeggi?

mercoledì 28 luglio 2010

3D senza occhialini

Sony ha presentato il suo monitor olografico:
The new 360º autostereoscopic display allows users to view full colour volumetric objects from all angles, as if objects really exist, but no 3D glasses are required to see the image.
Inutile dire che mi aggiungo alla quantità infinita di maschietti che non vede l'ora di vedere un film porno con questa tecnologia.

L'Ultima Cena? Sempre più sostanziosa

Giuro che questa non la sapevo:
The authors of the study, Brian Wansink and his brother, Craig Wansink, analyzed 52 depictions of the Last Supper—from a sixth-century mosaic to a 1996 photograph by Renee Cox in which the nude artist sits in for Christ—and concluded that the food portions became increasingly generous over time, with the main dish expanding by 69 percent, the bread portions by 23 percent, and the plates swelling in size by 66 percent.
Naturalmente, come potete leggere nell'articolo, gli studiosi non sono concordi nel dare una spiegazione alla cosa: c'è chi dice che bisogna guardare alla storia della pittura e chi alla storia del cibo.

Chissà, magari in futuro potremo vedere una rappresentazione dell'Ultima Cena in cui i commensali si mangiano un doppio hamburger.

Meglio di Spinoza

Sono sempre stato un po' troppo esterofilo per quanto riguarda la blogosfera, ho sempre letto molti più blog in lingua inglese che in lingua italiana. Da qualche tempo mi sono buttato alla ricerca di blog italiani interessanti (se ne avete qualcuno da segnalarmi non esitate) e devo dire che non siamo messi male, sono io che abbasso la media. :-)

Vorrei segnalarvi un blog che merita tantissimo (e, probabilmente, conoscerete già), non foss'altro perché, mentre il blog di Spinoza latita, Galatea, puntualmente, mi regala un sorriso - anche se, parecchie volte, ci sarebbe poco da ridere - con i suoi micropost.

martedì 27 luglio 2010

Buone notizie

Non si leggono solo brutte notizie in rete, eccone una bellissima:
I’m talking about the dramatic drops in child mortality, birth rates and death rates in the poorest countries. It’s a trend that appears to be accelerating, and it is expected that figures to be published in a few years will show an even more dramatic fall. Give thanks for all the energy and sweat that has been poured into the problem by local governments, by the Bush administration’s programme to fight AIDS and malaria, organisations such as the Bill and Melinda Gates foundation, the global fund for AIDS, tuberculosis and malaria, and countless small NGOs.

Kindle, iPad e le sorti dell'editoria

Sono sempre stato dell'idea che il Kindle, se parliamo di lettura e basta, è meglio dell'iPad, e il fatto di avere il 3G globale che permette ovunque vi troviate di scaricare un libro che vi interessa o l'ultima edizione di un quotidiano, non è da poco.
In questo articolo sul NewsWeek:
Yes, it’s true that the iPad has been a smash hit, selling 3.3 million units in just a few months. But Amazon claims its plucky little Kindle is doing pretty well, too. Amazon won’t give out sales figures, but Forrester Research, a market-analysis firm, reckons Amazon will sell 3.5 million Kindles in the United States this year, bringing its total number in U.S. readers’ hands to 6 million by the end of 2010.
Non solo gli utenti Kindle sono di più, c'è anche il fatto che chi acquista il dispositivo di Amazon lo fa per leggere, l'iPad ha svariati utilizzi e non credo porti alla lettura chi compra dispositivi tecnologici solo per giocarci.

Nonostante tutto ciò, la maggior parte di riviste e quotidiani puntano sull'iPad per sollevare le loro sorti economiche. Perché?

Chi adotta il mio blog?

Io ci provo, so benissimo che questo appello non andrà a buon fine ma tentar non nuoce e scrivere mi fa dimenticare il mal di pancia:

Visto che nelle prime tre settimane di agosto non potrò aggiornare questo blog c'è qualcuno che vuole fare da blogsitter per quel periodo?

Solitamente l'adozione di un blog o i cosidetti "guest post" vengono fatti da quei blog super fighi, solitamente monotematici e, ancor più solitamente, orientati al posizionamento web e al come fare i soldi; i titoli dei loro post solitamente sono del tipo: "come diventare ricco in 10 giorni", "5 metodi per far crescere il numero dei visitatori del vostro blog" e via discorrendo.

La filosofia che sta dietro a queste due pratiche (blog sitting e guest post) è di tipo win win, tutti e due ci guadagnano, il blog ospitante ci guadagna perché è entrato in un circolo vizioso e per non perdere SERP, Ranking e cose del genere ha l'obbligo del posting continuo, chi scrive in un blog non suo ha la possibilità di fare pubblicità al suo sito, guadagnare visitatori e link da un blog più rinomato del suo.

La domanda che vi starete facendo in questo momento è: "Ma perché dovrei scrivere nel tuo blog sfigatissimo che ha meno lettori de "Il Foglio" di Ferrara (lui, non la città)?".
Ecco le mie risposte:
  • purtroppo questo blog ha meno lettori de "Il Foglio", sono meno delle dita delle vostre mani, ma io sono molto più simpatico di Ferrara
  • questo blog non è focalizzato su di un unico argomento, magari avete voglia di scrivere ciò che vi pare, segnalare qualche cosa che trovate interessante ma nel vostro blog non ci sta proprio
  • magari non andate in vacanza e avete del tempo in più da buttare via
  • se vi fate le domande da soli potete anche darvi le risposte.
Ho capito, vi starete facendo altre domande, quindi eccovi una FAQ:
Quanti post devo scrivere?
Quanti te ne pare, non c'è né minimo né massimo.
Di cosa posso parlare?
Di qualsiasi cosa, leggi ciò che ho postato e difficilmente troverà qualche cosa che stoni con il blog.
Posso parlare di politica?
Io metto ogni tanto solo qualche sfogo, quando proprio non resisto, se non scrivi nulla di banale e nulla che mi faccia andare in galera non ci  sono problemi.

Se avete altre domande ponetele tramite i commenti, se siete interessati ad adottare questo blog per le prime tre settimane di agosto contattatemi tramite twitter: @wobbly.

lunedì 26 luglio 2010

Rupia Indiana o Euro taroccato?

In un'intervista, Udaya Kumar, il creatore del simbolo della Rupia Indiana, afferma:
The symbol represents lots of things. It has a Devanagri ‘ra’ and Roman script ‘R’ which expands to the rupiya and rupee. Both denote the currency of our country. It represents our tricolor flag flying high at the top. It also represents the arithmetic sign “equal to.”
Sarà, ma a me sembra tanto un euro rovesciato e un po' "taroccato".

Woodstockianamente revanchista a chi?

Nell'articolo di Rolling Stone in risposta a Repubblica sui fatti accaduti alla Love Parade (segnalato da @danieledotme) leggo:
Si distingue, com’è ovvio, il più woodstockianamente revanchista dei quotidiani italiani, La Repubblica
No, detto da Rolling Stone, quello delle copertine dal millennio scorso,  non lo accetto!

Meglio una canna che una sigaretta

Non ve lo dice il primo fattone che trovate sulla panchina al parco, è quanto sostiene uno studio serio:
In conclusion, while both tobacco and cannabis smoke have similar properties chemically, their pharmacological activities differ greatly. Components of cannabis smoke minimize some carcinogenic pathways whereas tobacco smoke enhances some. 
Bisogna, ad onor di cronoca, menzionare anche questo passaggio:
It is possible that as the cannabis-consuming population ages, the long-term consequences of smoking cannabis may become more similar to what is observed with tobacco. However, current knowledge does not suggest that cannabis smoke will have a carcinogenic potential comparable to that resulting from exposure to tobacco smoke.
Insomma, non è proprio sicuro che faccia meno male, di certo c'è solo che una canna non è peggio di una sigaretta, il problema è che sono veramente pochi quelli che fumano spinelli ma non fumano sigarette (io ne ho conosciuto solo uno).

Perché i Social Media?

Guardando queste slide - a dir la verità più interessanti per la forma che per il contenuto - mi è saltata all'occhio questa bella frase presa da ReadWriteWeb:
Social Media is bringing back humanity to all digital life.
We are no longer users, consumers, shoppers. We are people again.
Che dite, un tantino ottimista?

Sangria bianca italiana

Nel mio ultimo viaggio a Barcellona ho scoperto che la sangria non solo varia da regione a regione della Spagna, ma che ogni locale la fa come gli pare e che ne esiste una versione "bianca" in cui, al posto del vino rosso, viene messo il cava, il loro vino spumante. La prima volta che l'ho assaggiata mi sono promesso che al  ritorno a casa ne avrei fatta una verione italiana.

Quando si tratta di cose poco serie sono di parola quindi, ecco la mia ricetta per fare un litro di sangria bianca italiana, naturalmente nessuno vi vieta di fare le vostre modifiche e/o esperimenti: 
  • 12 cl di acqua tonica
  • 12 cl di Cointreau
  • fette d'arancia, limone e pesca
  • una bottiglia di prosecco.
Naturalmente le dosi le ho fatte ad occhio, scrivo 12 cl perché ho messo mezza bottiglietta da 25 cl di tonica e una dose analoga di Cointreau, se vi piace un po' meno forte (quando fa caldo è meglio) vi consiglio di mettere qualche centilitro in meno di Cointreau.

Bevete consapevolmente (consapevoli che vi state ubriacando).

venerdì 23 luglio 2010

La soluzione per il Bavaglio ai Blog

Due dei blogger italiani che seguo con maggiore interesse oggi parlano del "Bavaglio ai Blog", cioè l'obbligo dei blogger, se richiesto, a rettificare entro 48 ore una qualsiasi affermazione.

I due blogger sono Rudy Bandiera e DElyMyth, il primo sostiene:
Questo DDL, per quando imbarazzante per alcune cose, mette dei paletti precisi, delle regole prima inesistenti, riguardanti i blog (sempre più letti e potenti).
Io personalmente preferisco inserire una rettifica piuttosto che andare in giudizio, e se sono assolutamente convinto di avere ragione me ne vado in giudizio come sarebbe successo prima del DDL.

DElyMyth pone un'osservazione pratica:
Oddio, io 48 ore offline non le faccio da anni, riuscirei ad intervenire, ma questo per quanti altri vale?
Quanti altri blogger, decisamente piu' amatoriali della sottoscritta, se ne vanno in vacanza senza portatile, senza posta, senza connessione? (all'estero, ad esempio?).
Ho postato un commento all'articolo di Rudy Bandiera, visto che ha creato un bella e corposa discussione ve lo ripropongo nel caso non riusciate a trovarlo in mezzo agli altri:

Non so quanti di voi abbiano mai avuto bisogno di un avvocato, io purtroppo sì, anche se hai ragione le spese sono tante.
Nonostante tutto mi fido della giustizia italiana, non credo che chi abbia buoni avvocati riesca a vincere una causa anche se dalla parte del torto, ma è comunque in grado di fartela “soffrire” un po’ di più, tradotto in soldoni: son soldoni!
Dovessi scrivere qualche cosa sul mio blog contro XXX e lui mi chiedesse la rettifica, non starei tanto a pensarci, prenderei e rettificherei, non ho la potenza e, diciamocelo, le palle per far valere il mio pensiero.
E’ vero quanto dici tu, se uno vuol scansarsi una denuncia lo può fare, ma è anche vero che il signor XXX ha un’arma in più perché può usare il suo “potere” per far tacere persone senza nenache fare un azione legale.
Qualcuno si starà chiedendo: “Ma come, dici che se una persone potente ti chiedesse di fare una rettifica lo faresti al volo per paura di una denuncia, e non sei d’accordo con una legge che ti permette, appunto, di evitarla?”
Il concetto è questo: nessuno è infastidito da quello che scrivo, non sono né una famosa testata giornalistica né – aimè – un famoso blogger, ma quando tanti come me scrivono la stessa cosa, sui blog o sui social network, allora la cosa può dar fastidio e questa legge è uno strumento per mettere a tacere la cosa.
Per assurdo XXX potrebbe creare un ufficio incaricato di cercare notizie ritenute fastidiose e provare a chiedere a tutti la rettifica, rimarrebbero le voci forti ma verrebbe azzittita la moltitudine.
Forse una soluzione l'ho trovata: basterebbe fare un bello script che automaticamente, ogni giorno, pubblichi un post di rettifica a tutti gli articoli scritti il giorno prima.

Son un curatore

Come scrive Kristina Halvorson (visto che è il suo lavoro):
1. There’s too much content out there.
2. Aggregating everything in one place—the “more content =  more information = more value” formula—has been an unmitigated disaster.
3. Somebody—or something—needs to filter results to ensure that the content that’s being delivered to an individual or audience is relevant, useful, and satisfying.
4. Enter curation.
Ecco a cosa servo io: sono il curatore di tutte le cazzate che leggo in rete.

giovedì 22 luglio 2010

Il metodo a bolle

Per chi ha studiato l'informatica l'ordinamento a bolle (Bubble sort) è un algoritmo per ordinare i dati, come spiega Wikipedia:
ogni coppia di elementi adiacenti della lista viene comparata e se essi sono nell'ordine sbagliato vengono invertiti. L'algoritmo scorre poi tutta la lista finché non vengono più eseguiti scambi, situazione che indica che la lista è ordinata.
Metodo a bolle, invece, è il nome che ho sempre dato ad uno dei metodi che più utilizzo per risolvere problemi che sembrano insormontabili: faccio tutt'altro, non ci penso più, come una bolla sale in superficie così la soluzione arriverà, all'improvviso.

Mi fa piacere che anche Paul Graham ne parli in un suo articolo:
Everyone who's worked on difficult problems is probably familiar with the phenomenon of working hard to figure something out, failing, and then suddenly seeing the answer a bit later while doing something else.
Lui chiama questa cosa "ambient thought", io metodo a bolle, e voi?

Marchionne e i sindacati seri

Marchionne sostiene che se ci fossero stati sindacati piu seri la nuova monovolume di FIAT sarebbe stata prodotta in Italia.
Ok, ammettiamo che in Italia i sindacalisti siano poco seri, mi chiedo: ma non c'è un'altra nazione in Europa con sindacati degni di essere considerati seri, non so, una Germania, una Francia o una Spagna?
Non è che la cosa che veramente interessa sia il costo degli operai e che, per trovare operai con uno stipendio più da fame di quello italiano, bisogna andare fino in Serbia?

Mancheranno sindacati seri, mancheranno politici seri, ma anche gli imprenditori però ...

Facebook è un Photo-Sharing site

Fred Wilson della Union Square Ventures, azienda che ha nel portfolio anche Twitter e Foursquare, sostiene che Facebook è un "Photo-Sharing site". Concordo e, aggiungo, è anche un Dating site, forse il migliore per broccolare.
Interessante anche la sua opinione riguardo ad Apple:
Wilson said his biggest worry for his portfolio companies, which include Foursquare and Twitter, is not actually Facebook, like many would assume. It’s Apple. Apple is “evil,” Wilson said.

mercoledì 21 luglio 2010

Come non si fa un sito

Che bello il web, basta un errore di battitura, premere il tasto vicino a quello che si voleva e ci si trova davanti a qualche cosa di completamente diverso da quello che si cercava.
Al posto della "Y" ho premuto la "U" e mi sono trovato in questo fantastico sito: bit.lu, l'ultimo aggiornamento è del 2005 ma, a vederlo, sembra un sito del millennio scorso (come è del millennio scorso scrivere la data dell'ultimo aggiornamento).
Non ho resistito alla tentazione di andare nella sezione in inglese e poi PC Assistance:
Your computer has become slow, slow, slower. Buy a new one again?
Does your recently installed hardware fail to work?
Does the manual for your new software confuse you?
Are you not happy about opening the case of your PC?
You want to connect a second PC to your Internet connection?
You need a network, but you do'nt know how to install it?
A virus hit your computer, What to do?

Call us! We help you, on your site!
Sì, ma il numero di telefono dov'è?

Perché Nokia cambia CEO?

L'ho fatto ieri, lo faccio oggi, ma questo non vuol dire che lo faccia in futuro, anche se l'idea di segnalare una lettura lunga ogni tanto non mi dispiace, fa molto slow reading.
Questo articolo spiega o, meglio, spero spieghi, per quale motivo Nokia stia cercando un nuovo CEO visto che:
Nokia is the world's bestselling mobile phone brand - selling more mobile phones as numbers 2 and 3 combined. Nokia is also the world's largest smartphone maker - selling more smartphones than numbers 2 and 3 combined. Nokia is profitable where most rivals are struggling to make profits. None of Nokia's big 5 global handset makers have managed to migrate customers to smartphones in meaningful ways, while Nokia's market share in smartphones is better than its market share in dumbphones. By all measures Nokia is executing well.

Alla tua età saltavo i fossi per il lungo

Sono sempre stato un po' scettico nei confronti delle "prediche" rivolte alle generazioni più giovani: ascoltavamo musica migliore, eravamo più educati, ci vestivamo meglio, rispettavamo di più gli anziani, eravamo più intelligenti e via dicendo.
La lista potrebbe andare avanti all'infinito ma il concetto si potrebbe racchiudere nella mitica frase: "Alla tua età saltavo i fossi per il lungo".

Però questo bel post de il Triso mi trova concorde in molti punti, soprattutto nella chiusura:
Vorrei vedere, sul tram, qualche quindicenne con un libro in mano che legge una storia per ragazzi. Invece li trovi quasi sempre con un cellulare tra le dita che chattano una storia da adulti.

Non ci sono più le droghe di una volta

Non sarete ancora li a calarvi pasticche colorate, a sniffare polverine o, ancor più vetusto, a fumarvi cannoni enormi? Adesso il nuovo modo per sballarsi è l'i-dosing, la droga digitale.
Non commento la notizia, l'ha già fatto in maniera esemplare Dave Pell nel suo blog:

So, let me get this straight. Kids are putting on some headphones, lying down and cranking some really monotonous music and that’s supposed to be the internet-era drug we should worry about?
That’s like worrying that a crack addict is drinking too much decaf.

martedì 20 luglio 2010

Internet e il pensiero artificiale

Uno dei vari impieghi che può avere un blog è quello di essere utilizzato come bookmark.
Questo articolo di Gelernter è molto interessante ma, adesso, non ho il tempo per leggerlo tutto. Leggete cosa dice di lui wikipedia (giusto per capire che non è un pirla) e ritagliatevi un po' di tempo per leggere il pezzo.
Una frase che mi ha colpito del poco che ho letto:
But most philosophers and cognitive scientists see only day logic and ignore dream logic — which is like imagining the earth with a north pole but no south pole.

Starbucks in Italia

C'è una cosa che noto tutte le volte che mi reco all'estero: mentre in Italia la gente è tutta intorno al bancone del bar per bersi un caffé e seduta ad un tavolino con la birra davanti, nel resto del mondo accade il contrario.
Sarà questo uno dei vari motivi per cui Starbucks in Italia non vuole venire?

In un vecchio post sull'argomento, tra le varie motivazioni si legge:
Just think about the plastic cups, for instance, Italians do not like them.
Non credo sia un problema di tazza, anche perché basta chiederlo e l'espresso ve lo mettono nella tazzina, credo sia proprio un problema di cultura del caffé (non la bevanda ma il locale) che non abbiamo o che, forse, avevamo ma abbiamo perso, come scrive Stefano Bonilli:
La cultura del bar sta sparendo proprio a casa nostra che questa cultura l'abbiamo inventata e il paradosso Starbucks - il modello della catena americana è frutto di uno studio del bar-tipo italiano -  è un esempio della nostra capacità di sprecare le tradizioni.

lunedì 19 luglio 2010

Ubriachi al volante

Leggo su Repubblica:
gli automobilisti di New York con precedenti per guida in stato di ebbrezza saranno costretti a effettuare un alcol test ogni volta che accenderanno la loro auto
Ma perché solo chi ha precedenti di guida in stato di ebrezza? Che sia la prima volta o la centesima, se uno guida ubriaco è sempre un pericolo.

Slow reading

Bisogna avere un po' di tempo e di pazienza per leggere tutto l'articolo che parla di slow reading e non poteva essere altrimenti!
Anche se non avete la "forza" di leggerlo tutto dovreste arrivare almeno a questo passaggio:
Which all means that although, because of the internet, we have become very good at collecting a wide range of factual titbits, we are also gradually forgetting how to sit back, contemplate, and relate all these facts to each other.
Forse è un po' esagerato come concetto, però è certamente vero che spesso e volentieri abbandono articoli prima di raggiungere la fine o, adirittura, mi rifiuto di leggere quando mi trovo davanti a dei post troppo lunghi.

Come ho fatto a leggere tutto l'articolo? E' da circa un mesetto che mi impegno a leggere con più attenzione e a leggere articoli più lunghi, insomma, ancora prima di esserne a conoscenza ero un cultore dello slow reading.

Interfacce cerebrali

Il primo PC che ho assemblato con le mie mani aveva un Hard Disk da 512 Mb. No, non ho sbagliato a scrivere, aveva un disco rigido di cinquecentododici megabytes; quando montai il mio primo HD da un giga mi tremavano le mani.

Era il secolo scorso, era il millennio scorso ma alla fin fine erano una quindicina di anni fa, mica poi così tanto tempo.

A guardare indietro nel tempo e vedere che passi ha fatto la tecnologia mi viene un certo brivido e mi chiedo sempre cosa ci sarà tra qualche anno.

Quando poi vedo che esiste già un software open source per reallizzare interfacce in grado di inviare comandi al computer tramite il solo pensiero ...

Sono un tasso con le vecchie maniere

Ho passato una meritata vacanza - le vacanze sono sempre meritate - a Barcellona. Nell'albergo, oltre alla Wi-Fi, c'era a disposizione un Pc ad uso libero, sono passato 10 volte davanti al Pc, tutte le volte c'era una persona diversa davanti al computer ma tutte e dieci le volte la pagina web aperta era quella di Facebook.

Probabilmente sono vecchio - oppure, come dice Crozza, i genovesi sono "selvatici" ma gli abitanti dell'appennino ligure sono peggio, vivono nelle tane dei tassi ed, essendo mia madre originaria di quei luoghi, probabilmente ho nel DNA qualche traccia di tasso - ma io non sento tutta questa esigenza di essere connesso con gli amici quando sono in vacanza; avendo l'iPhone non utilizzavo il Pc dell'albergo ma, se escludiamo qualche rara puntatina su twitter, ho usato il web solo per cercare consigli su posti dove andare a mangiare.

Le vacanze, agli amici, le racconto al ritorno davanti ad una birra, come si faceva una volta.

sabato 10 luglio 2010

Olè España

A dir la verità avrei voluto tifare Olanda per due motivi: da buon interista provo un'enorme simpatia nei confronti di Wesley e da buon maschio arrapato provo ancor più simpatia per Bobi Eden.

Ma ci sono due motivi ancor più grandi che mi inducono a tifare Spagna: ci tengo alla mia incolumità e ho proprio voglia di vedere Barcellona in festa per la vittoria del Mondiale.

In poche parole, se non l'avete ancora capito, domani parto e vado a Barcellona per trascorrere una settimana tra tapas, vino, birra, sangria e magari vado pure a vedermi la Sagrada Familia.

Teoricamente in albergo dovrei avere l'accesso ad internet, ma non garantisco nulla, anzi, molto probabilmente non scriverò nulla su questo blog fino al mio ritorno.

giovedì 8 luglio 2010

La morte dei blog

Pare che in questi giorni sia tornato a galla uno dei classici tormentoni della blogosfera: la morte dei blog.

Se volete leggere qualche cosa a riguardo vi consiglio un articolo dell'Economist (segnalato da Kottke) oppure questo post su GigaOm.

Per quanto riguarda la "fuga" di blogger verso le newsletter, di cui parla GigaOm, credo sia  un modo come un altro per cercare di monetizzare i propri scritti, più che di morte dei blog, in questo caso, si dovrebbe parlare di blogger alla ricerca di una fonte di guadagno.

Naturalmente i primi indiziati come assassini dei blog sono i social network, Facebook e Twitter in primis. Io continuo ad utilizzare la mia regola semplice, semplice: "se ha meno di 140 caratteri su twitter altrimenti è un post".

mercoledì 7 luglio 2010

Più scrittori che lettori

E' interessante scoprire che il magazine Tin House ha più aspiranti scrittori che lettori:
Tin House’s quarterly literary magazine had a print run of 12,000 copies, but during the nine-month window for submissions they received up to 1,500 new manuscripts a month. In other words: even the people who wanted to be published in Tin House were not buying the magazine.

Pubblicità fastidiosa

Se mi chiedete quali spot pubblicitari sono stati mandati in onda tra il primo e il secondo tempo di Olanda-Uruguay non me lo ricordo, nonostante non abbia cambiato canale e mi sia alzato solo per prendere una birra dal frigorifero. 

Se mi chiedete qual era la pubblicità sull'ultima pagina del Corriere di oggi o quali cartelloni pubblicitari sono esposti vicino a dove parcheggio l'auto tutte le mattine non lo so. 

Però so, per esempio, che adesso come testimonial della Yamamay  c'è una bionda e che il giorno in cui Repubblica.it ha cambiato home page la fastidiosa pubblicità che occupava tutta la pagina era della Vodafone; insomma: gnocca e fastidio fanno sempre il loro sporco lavoro.

Che effetto mi fa la gnocca della Yamamay? Che se entro in un negozio per regalare un completino intimo - io per ora non li indosso - e la commessa mi propone un prodotto di quella marca, sono propenso a comprarlo.

Che effetto mi ha fatto la pubblicità della Vodafone? Ero invogliato a cambiare numero.

Ma se invece di Vodafone, la pubblicità fastidiosa l'avesse fatta una nuova compagnia telefonica,una nuova compagnia di assicurazioni,una nuova banca on-line o qualsiasi altro "brand" meno conosciuto, forse quel fastidio sarebbe servito per conoscere una nuovo prodotto e, magari, acquistarlo.

Questo non è un delirio ispirato dal caldo di questi giorni ma un post che mi è stato ispirato da questo articolo di DElyMyth dove in conclusione afferma:
Scegliete: o vi sorbite la pubblicita' (e magari clickate sui banner e comprate i prodotti), oppure vi beccate i paywall.
Non credo gli editori possano fare una scelta tra il propinarci i banner pubblicitari o il fornire i contenuti a pagamento, se da parecchio tempo si interrogano su quale possa essere il miglior metodo per finanziarsi vuol dire che le pubblicità (banner, link a pagamento e splash screen) non sono poi così redditizie, questo perché, probabilmente, da parte degli inserzionisti non è stato capito il vero potenziale della rete e che il consumatore moderno non lo si abbindola con un "più bianco non si può".

martedì 6 luglio 2010

Tempi moderni

E' incredibile quanto sia praticamente speculare l'andamento del titolo di Netflix (in blu) rispetto a quello di Blockbuster (in rosso).


Mi mancano i mondiali

Ieri sera le notizie nelle edizioni principali dei telegiornali erano: un ministro, che non sapeva cosa avrebbe dovuto fare in quella mansione, dava le dimissioni in un tribunale dove era presente come imputato; in Italia abbiamo il super-pomodoro, un pomodoro (non OGM) con grandi quantità di licopene; una spia (ma forse non lo è) gnocca e anche un po' zoccola e i soliti consigli utili per quando fa caldo (pare ci sia gente che si dimentichi di bere in estate).

Capito perché mi mancano i mondiali?

venerdì 2 luglio 2010

Slow media (elogio del bradipo)

Sono sempre stato un sostenitore degli slow media/food/reading, del resto il bradipo è uno dei miei animali preferiti.

Vi suggerisco di prendervi qualche minuto di tempo, non cagare minimamente cellulari, e-mail, twitter, facebook e tutto ciò che vi può distrarre, e leggere questo articolo.

Alla fine del post viene pure teorizzato uno Slow OS:
It’s not so hard to imagine some kind of a “Slow OS,” a Windows-like operating system built around the key moral principles of the “slow web,” where one would be allowed to check email only twice a day; where sites would be cleansed of distracting advertising; where access to Twitter and Facebook would be limited to just ten minutes per day and so forth.
Twitter dieci minuti al giorno non ha senso, per il resto si può fare. Che ne dite?

giovedì 1 luglio 2010

Vacanze all'estero

«Con tutti i bei posti che ci sono in Italia sempre all'estero devi andare in vacanza?».
Questa è la classica domanda di mia madre quando la informo dei miei spostamenti. Al suo, naturalmente, si aggiungono i luoghi comuni e banalissimi dei colleghi/amici/conoscenti del tipo: «all'estero si mangia da schifo».

Io all'estero ho mangiato sempre decentemente e, in alcuni casi, divinamente. Ho mangiato in ristoranti presenti nella guida Michelin con vista sul Mar del Nord a prezzi che a Milano mangeresti poco più che una pizza. Ammetto le difficoltà nel trovare un caffé degno di questo nome, ma per il resto non posso lamentarmi.

Ma cosa dicono gli stranieri delle vacanze in Italia? Secondo uno studio riportato dall'Ansa:
A rovinare le loro vacanze, infatti, sono l'incivilta' e la maleducazione (61%), l'impossibilita' di comunicare nella loro lingua (75%) e i prezzi talvolta troppo esagerati (47%).
Ecco, io la penso come il 47% degli stranieri.

Una brutta crisi

Se proprio deve esserci una crisi economica, meglio averla brutta brutta. Non lo dico io ma Paul Krugman, mostrando come l'Islanda si sia "ripresa" meglio di altre economie che hanno avuto una crisi molto meno grave.

Non vorrei essere polemico con i "soliti", ma, probabilmente, oltre che ad una crisi forte bisogna anche ammetterlo di essere in crisi, mi sembra tanto la storia di quello che sta cascando da un grattacielo e, quando si trova al quinto piano, esclama: «Per ora tutto bene!».