mercoledì 30 giugno 2010

Sfondare i caselli

Alemanno, a quanto pare, è contro i caselli sul Raccordo Anulare:
Pedaggio sul Gra? Impossibile: se qualcuno sul Raccordo mette qualcosa per far pagare il pedaggio vado io con la macchina e lo sfondo
Spero li mettano veramente, voglio proprio vederlo il Sindaco di Roma che si lancia a tutta velocità contro il casello, magari caricandosi in auto* i 10 milioni di padani pronti a fare la secessione.

Comunque la vera pillola di saggezza l'ha data la Polverini:
Ho gia' espresso la mia contrarieta' ieri. Per i cittadini del Lazio il Grande Raccordo Anulare e' un tragitto di strada da percorrere per andare al lavoro o a scuola. Non e' immaginabile un pedaggio
Ha ragione, invece i cittadini di Milano e dell'Hinterland che pagano i pedaggi, usano la tangenziale solo per andare in discoteca o a zoccole!

*Spero l'auto sia sua e non un'auto blu pagata con le nostre tasche.

Pietre portasfiga

Leggo in questo articolo di uno dei miei blog preferiti:
Every year, thousands of tourists pass through Hawaii Volcanoes National Park, and many collect sand or rocks as souvenirs. And every year, thousands of people mail them back, reporting mysterious misfortunes
Questa proprio non la sapevo: migliaia di turisti vanno alle Hawai, si fregano le pietre del vulcano e poi le rispediscono indietro perché portano sfiga.
Nel caso vi troviate in questa situazione, nell'articolo citato trovate anche il link al sito dove trovare tutte le informazioni per rispedire al mittente le pietre portasfiga.

Buone notizie

Le borse sono nate per permettere alle aziende di raccogliere soldi e con questi innovare e creare benessere. Lo so, è una frase un po’ retorica a cui uno potrebbe rispondere, soprattutto negli ultimi tempi, che le borse sono la stessa cosa dei casinò, un gioco d’azzardo dove quando perdi non vai solo tu nella merda ma ci butti anche altra gente.
Verissimo, ma ogni tanto anche dal punto di ritrovo degli avvoltoi arrivano belle notizie, o almeno notizie che sembrano tali: ieri la Tesla si è messa sul mercato raccogliendo 226.1 milioni di dollari, gli investitori stanno scommettendo sul futuro delle auto elettriche.
Certo, se mettiamo in circolazioni le auto elettriche ma non cambiamo i metodi di produzione dell’energia non facciamo altro che spostare un problema, però è un buon inizio.

martedì 29 giugno 2010

Conosci i tuoi follower?

Grazie a GigaOm scopro alcuni tool che permettono di "conoscere meglio" i miei follower, a dire il vero il modo migliore per conoscere un follower è berci una birra insieme, ma per i più distaccati e quelli che con twitter ci lavorano e non ci perdono il tempo(come il sottoscritto), sapere dove sono dislocati i propri "inseguitori" e di che sesso sono potrebbe essere una cosa importante.

Allora non vi resta che utilizzare Ad.ly ed avere un po' di pazienza, io non l'ho avuta, dopo un'ora che macinava ho chiuso la pagina e ho preso la decisione di bere una birra con tutti i miei follower.

mercoledì 23 giugno 2010

Tutti gay con il culo degli altri

C'è chi durante il lavoro organizza l'aperitivo tramite twitter, telefona alla mamma/moglie/marito/compagna/o avvisando che non sarà a casa per cena e, finito il lavoro, si dirige direttamente verso il locale dove ordinerà ettolitri di spritz.
Durante le giornata lavorativa ha fatto 3 o 4 pausa caffé con i colleghi, si è tenuto aggiornato su ciò che succede al mondo consultando i quotidiani online; usa twitter, facebook e il proprio blog per sfogarsi, dialogare e broccolare.
Si è lamentato per il meeting/briefing/riunione che è durato troppo e non è servito a nulla e delle troppe email arretrate. Vorrebbe vedere la partita della nazionale in streaming ma il maledetto filtro aziendale non lo permette.
Si lamenta dell'aria condizionata che, a suo dire, andrebbe abbassata un poco e delle luci al neon che sono troppo forti.
Siamo nel terzo millennio ...

Ma c'è anchi chi prima di raggiungere gli amici all'aperitivo (ma sarebbe meglio la pizza, vuole essere sicuro di mangiare) deve farsi una bella doccia e cambiarsi, perché al lavoro si suda e ci si sporca.
Ha le pause contate e quando arriva a casa accende subito la TV, vuole sapere cosa è successo nel mondo, cosa è successo al di fuori di quel parallelepipedo prefabbricato in cui è stato per 8 ore.
Come gli piacerebbero i meeting/briefing/riuinioni, quando c'è l'assemble sindacale fa i salti di gioia per l'ora che riesce a stare seduto. Email, twitter, facebook, blog? Se va bene qualche messaggino con il cellulare!
L'aria condizionata non è un problema, non c'è, inutile, i macchinari scaldano troppo.

Sì, c'è gente che lavora ancora come si lavorava nel secolo scorso, quindi, a questa gente, non fategli le menate sulla globalizzazione, la collaborazione tra le parti, la pace sociale e tutte le storie sul fatto che non siamo più nel '900.

A queste persone avete chiesto di continuare a fare il lavoro di merda che stanno facendo (perché lavorare in catena di montaggio si può definire solo in questa maniera) su tre turni giornalieri, con tre pause di 10 minuti e la pausa mensa spostata a fine turno (prima lavori, poi mangi), dovranno fare il triplo degli straordinari rispetto ad un lavoratore "normale" e in caso di picchi di assenze anomale l'azienda potrà non pagar loro i primi 3 giorni di malattia.
L'alternativa è la perdita di lavoro: è questa la collaborazione tra le parti?

Mi viene in mente la pubblicità "Ti piace vincere facile?" anche se, a dire il vero, hanno vinto, ma non poi così tanto facilmente. E dire che, leggendo i giornali, ascoltando la radio e guardando la TV, sembrava dovesse essere un plebiscito, che qualcuno ci abbia coglionato? 

Comunque è bene ricordare a tutti, che tutte quelle "vecchie" parole, quei "vecchi" principi che qualcuno vuole abbattere, sono ciò che ha permesso che in un paese come il nostro ci fosse la solidarietà, e la solidarietà si chiama anche cassa integrazione, quella cassa integrazione che FIAT userà per tener fermo due anni lo stabilimento e adattarlo alla produzione della nuova Panda.

Come si dice dalle mie parti: "Tutti gay con il culo degli altri!"

martedì 22 giugno 2010

Vuvuzela made in China

E' domenica mattina a svegliarmi ci pensa il suono della vuvuzela. No, non mi sono addormentato in uno stadio sudafricano, sotto casa c'è la festa del quartiere e uno dei gadget più gettonati alle bancarelle è proprio l'infernale trombetta.
Oramai mi hanno svegliato e mi tocca fare un giro tra le bancarelle alla ricerca di qualche leccornia da comprare.
Appena vedo la vuvuzela non riesco a trattenermi, la prendo in mano, non la provo (anche perché ci aveva appena sputacchiato dentro il commerciante) e cerco la scritta che invece non troverò. Cercavo il classico Made in China ma rimango deluso, non è stata fatta in Cina.
Prima di tornare a casa passo in edicola,prendo il Corriere e, sfogliandolo, trovo questo articolo.

Ebbene sì, c'è qualcuno che, in barba ai cinesi, riesce a farsi i soldi con questo stupido oggetto di plastica, però la concorrenza è forte, quelle cinesi costano 25 centesimi, la metà. E' vero, la metà! Ma su 10 euro, come dichiara l'articolo, o rispetto ai 5 a cui venivano vendute nelle bancarelle sotto casa, 25 centesimi cosa sono?

La cosa mi ha fatto tornare in mente una chiacchierata che feci qualche anno fa con il proprietario di una piccola azienda tessile, quando la crisi non c'era ancora e quindi uno dei classici discorsi - dopo meteo, calcio e figa - era la concorrenza sleale dei cinesi. Gli chiesi un po' di cifre, giusto per capire quanto conveniva ad uno stilista italiano (produceva e, spero, produce magliette per le grandi firme italiane) far produrre il lavoro in Cina piuttosto che da lui. Una maglietta che lui faceva a 4 euro al pezzo i cinesi arrivavano a produrla per un solo euro. Un quarto, mica roba da poco! Ma per magliette che costano minimo 50 euro, 3 euro in più cosa sono?

Io capisco le catene tipo H&M e Zara, se vogliono mantenere prezzi bassi devono stare a guardare anche i centesimi, non solo i 3 euro, ma uno stilista, uno che vuol fare l'uomo (uomo?) di classe, si mette ad elemosinare 3 euro?

Dateci la possibilità di scegliere, mettete la vuvuzela Made in China a fianco a quella Made in Italy, mettete la seconda a 25 centesimi in più; mettete la maglietta griffata a 50 euro e al suo fianco la stessa, ma Made in Italy, a 53 euro; forse avrete delle sorprese, forse scoprirete che la gente normale non è pezzente come voi. 

P.S.: Con Made in Italy si intende fatto in Italia completamente, in aziende dove vengono rispettate le leggi in vigore nel nostro Stato.

venerdì 18 giugno 2010

Contro la nutella

Quando ero bambino mi mettevo davanti alla tele a guardare l'unico vero mito che ho avuto in tutta la mia vita: Goldrake. Compagno inseparabile dei miei pomeriggi davanti alla TV era il barattolo di nutella, con il cucchiaino lo scavavo quasi quanto la BP scava i fondali marini, quest'ultima viene fermata dai disastri ecologici (forse), io venivo fermato da mia madre.

In questi giorni ho letto sui giornali, visto alla tele e sentito alla radio notizie allarmanti sul destino della nutella. Il Parlamento Europeo vorrebbe vietarne la pubblicità perché considerata nociva alla salute.
Naturalmente il Parlamento Europeo non ha fatto una legge contro la nutella, ma un provvedimento che vieta le promozioni pubblicitarie di tutti quei prodotti alimentari che hanno alcune proprietà nutrizionali, in poche parole: come non si possono pubblicizzare le sigarette, perché nocive per la nostra salute, non si può fare la pubblicità di alimenti anch'essi dannosi per la nostra salute - domanda: e gli alcolici?

La paura della Ferrero è che questo sia solo il primo passo, il prossimo potrebbe essere, almeno così dicono, l'obbligo di mettere una dicitura sulle confezioni di dolciumi simile a quella obbligatoria sui pacchetti di sigarette.

Continuerò a mangiare nutella anche se dovessero mettere sull'etichetta foto di persone morte ma, per favore, smettiamola con questa lagnosa crociata a favore della nutella. Che la nutella faccia male e faccia ingrassare lo sappiamo tutti, ma ci sono tanti altri prodotti che vengono pubblicizzati come "leggeri" che sono vere e proprie bombe caloriche e agglomerati di zuccheri, ma nessuno se ne rende conto.

Anni fa in Scozia, comprando un tramezzino al supermercato Tesco mi accorsi, grazie alla legge che nel Regno Unito impone di scrivere in etichetta la quantità di sale contenuta, che finito quel tramezzino non avrei potuto più ingerire sale, almeno secondo le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Credo sia corretto che il consumatore venga avvisato di cosa veramente contenga un prodotto e non solo bombardato di pubblicità dove gli viene fatto credere di tutto.

Ma, secondo voi, i giocatori dell'Italia fanno la colazione con la nutella?

Le relazioni sociali

Ci sono due motivi per cui potreste conoscere/odiare Websense, il primo è che, come il sottoscritto, lavorate nel campo dell'IT e lo utilizzate per lavoro, il secondo che l'azienda per cui lavorate lo utilizza per filtrare il vostro traffico web, in poche parole è quell'antipatico strumento che non vi permette di cazzeggiare come vi garba durante l'orario di lavoro.

Molti degli strumenti con cui "cazzeggiate" tutto il giorno sono categorizzati come "Relazioni Sociali", se l'azienda non ha personalizzato il messaggio di blocco, Websense vi comunica questo messaggio ogni qualvolta tentiate di accedere ad uno di questi siti:
La categoria Websense "Relazioni Sociali" è sottoposta a filtro.
Capito cosa vi bloccano/blocchiamo? Le relazioni sociali!

giovedì 17 giugno 2010

Sbronza a pagamento

E' di qualche giorno fa la notizia che nella Provincia di Bolzano, chi verrà trasportato in ospedale con l'ambulanza, dovrà sborsare una somma di 200€ nel caso risultasse ubriaco. La notizia ha subito attirato la mia attenzione perché - devo ammetterlo - è capitato anche a me di essere trasportato all'ospedale con l'ambulanza in seguito ad una sbronza memorabile; mi ricordo ancora la vergogna quando l'infermiere si rivolse a mia madre dicendole: «Signora, ne ho visti tanti di ragazzi ubriachi così, ma mai alle quattro del pomeriggio!».

Quando l'Euro volava alto nei confronti del Dollaro, Il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano guadagnava più soldi del Presidente degli Stati Unitit d'America. Purtroppo per lui l'Euro, ultimamente, ha perso quota; sarà forse questo il motivo che lo ha indotto ad escogitare qualcos'altro per farlo passare agli onor di cronaca.

Non avendo fronti di guerra aperti in varie parti del mondo, maree nere da affrontare e non dovendo lottare contro i potenti di Wall Street, ha pensato bene di fare una sua riforma sanitaria con un fine forse ancor più ambizioso di quello della riforma statunitense: se Obama vuole dare il diritto di cura a tutti, il nostro eroe vuole salvare i giovani dall'alcolismo.

Intendiamoci: se c'è bisogno di far quadrare il bilancio è sicuramente più corretto far pagare un ragazzotto che ha ingerito quantità industriali di coktail piuttosto che una povera vecchietta con la pensione minima, anche se, volendo vedere, se facciamo pagare tutti per le patologie che si sono andati a cercare sarebbero ben pochi quelli ad uscire dalll'ospedale con il portafogli immacolato.

Non ho voluto commentare questa notizia finchè, ieri sera, a Radio24 ho sentito una lettera di un ascoltatore che elogiava il provvedimento perché rende più responsabili i giovani, perché abbiamo bisogno di misure come questa per dare una raddrizzata ai ragazzi che stanno prendendo la brutta strada, perché bisogna insegnare a loro i veri valori della vita.

E sì, è proprio vero, con questo provvedimento i giovani capiranno veramente come funziona la vita: chi ha i soldi fa il cazzo che vuole, gli altri si arrangiano, e, se vuoi fare tanti soldi per prenderti tutte le sbronze che vuoi, puoi sempre fare il Presidente della Provincia di Bolzano. 

mercoledì 16 giugno 2010

Viaggi fai da te

Devo organizzare un viaggetto di una settimana per luglio, avevo in mente Londra ma, probabilmente, dovrò cercarmi una destinazione meno costosa. Fino a qui nulla di particolare, se non ho i soldi per farmi un viaggio non lo faccio, i veri problemi della vita sono ben altri.

La cosa che mi altera un po' è il fatto che siti come eXpedia ed eDreams ci provino in tutte le maniere a venderti qualche cosa.

Come già detto qualche giorno fa, nonostante continui ad impostare come periodo preferito per la partenza la mattina, eXpedia continua a propormi offerte volo+hotel con partenze di sera, in modo da potermi mostrare dei prezzi più bassi, per non parlare poi del gran numero di hotel proposti che si trovano ben lontani dalla città di Londra.

Edreams è più leale per quanto riguarda gli orari dei voli e simile per quanto riguarda il proporre alberghi un po' troppo distanti per i miei gusti, ma ha una chicca tutta sua: appena clicchi sul pulsante "seleziona", il prezzo del viaggia aumenta di circa il 10% (qualche volta anche di più, provare per credere).

Non ho paura di partire in un orario che non mi piace, non ho paura di finire in un albergo che non voglio e non ho paura di pagare una cifra superiore a quella che pensavo - sono in grado di fare i miei controlli - solo che è un gran rottura di coglioni dover guardare centinaia di offerte di cui non me ne frega una cippa o con prezzi completamenti sfalsati.

Ho la vaga impressione che, dopo aver completamente abbandonato da più di 10 anni le agenzie di viaggio, mi toccherà abbandonare anche siti come i sopracitati per un sano fai da te.

martedì 15 giugno 2010

Elogio del divanetto

Quando ti svegli al mattino pieno di dolori, perché hai passato la notte a pogare come facevi quando avevi vent'anni, il cervello cerca di rilasciare endorfine per alleviare il dolore ricordandoti che belli erano gli anni tra le fine degli '80 e l'inizio dei '90. Chiariamoci subito: non hanno nulla in più degli anni in cui viviamo oggi, e neanche nulla in più di quelli che li hanno proceduti, semplicemente erano gli anni in cui avevo tra i sedici e i vent'anni.

Tra le cose di quei anni di cui sento più la mancanza ci sono sicuramente i divanetti delle discoteche. Verso la fine del millennio erano già in via d'estinzione ma adesso sono completamente spariti dai locali, relegati nei privè delle discoteche dove paghi una bottiglia di liquore mediocre come una di champagne millesimato o in quei localacci dove si infilano finti dollari nelle mutandine delle ragazze.
Del resto, per i locali, il divanetto è controproducente, troppa gente ci si addormentava sopra, si riposava o ci portava l'ultima "preda" per scambiarsi effusioni d'amore; meglio tenere la gente in piedi e spingerla a recarsi al bar per consumare l'ennesimo drink.

Mi ricordo ancora la gioia quando riuscivi a convincere una ragazza a sedersi sui divanetti con te, ti avviavi alla ricerca del posto libero passando con aria trionfale davanti ai tuoi amici, ancora impegnati a fare gli scimpanzè in pista.
Inutile girarci intorno, una volta che eri riuscito a far sedere una donzella con te dovevi solo fare le 6 o 7 domande di rito e poi partire all'attacco, nel remotissimo caso in cui non ci fosse "stata" avresti detto ai tuoi amici che, probabilmente, era lesbica.

Il ritorno in auto dopo la "serata sul divanetto" era solitamente taciturno, gli amici pensavano tu fossi già innamorato mentre il vero motivo per cui non parlavi era il forte dolore alle palle, in testa avevi un film porno dove tu eri regista ed attore e non vedevi l'ora di arrivare a casa per sfogarti.
Ma non sempre stavi zitto per questo motivo, alcune volte capitava che, avendo passato quasi due ore sul divanetto senza bere e con gli ormoni in circolo per tutto il corpo che facevano il loro mestiere, la sbronza si attenuasse e, complice la discoteca illuminata a giorno per cacciare via gli ultimi avventori, ti accorgevi del vero aspetto della fanciulla con cui avevi passato le ultime due ore.

Il silenzio era per quello, per la vergogna.

giovedì 10 giugno 2010

Il lavoro più brutto al mondo

Faccio un lavoro in cui devi essere sempre disponibilie perché i sistemi devono funzionare 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno; a ferragosto non trovi l'idraulico ma trovi me (se trovi l'idraulico, costa molto più di me).

Faccio un lavoro dove spesso e volentieri ti viene chiesto di vestirti bene per poi, magari, finire in mezzo a cavi impolverati; giacca e cravatta vanno bene solo per chi non fa un cazzo!

Faccio un lavoro in cui tutto dovrebbe essere razionale ma spesso e volentieri finisce nell'irrazionalità più assoluta; cari miei, l'informatica non è una scienza esatta, almeno finché comprate Microsoft.

Faccio un lavoro dove devo rispondere alle richieste più stupide di persone che si fanno chiamare dottore o ingegnere; ma dove cazzo vi siete laureati, Scuola Radio Elettra?

Faccio un lavoro che richiede di essere presente durante l'orario lavorativo e di sbatterti mentre gli altri mangiano o sono al mare; dieci minuti senza email durante l'orario di lavoro? Mai e poi mai!

Faccio un lavoro che ti tocca fare anche alla sera a casa di amici; caro amico, detto schiettamente, guarda meno pornazzi e vedrai che mi chimerari sempre di meno.

Faccio un lavoro in cui devi stare attento quando giri tra gli uffici, perché qualcuno che ti pone una domanda o un problema lo trovi sempre; negli altri lavori mal che ti vada ti chiedono di offrirgli un caffé.

Se non l'avete ancora capito lavoro nell'IT.

Se non l'avete ancora capito: faccio un lavoro di merda!

mercoledì 9 giugno 2010

Il pirla con il telefono in mano

Nel suo ultimo post, FaceTime o FaceBook, Luca De Biase osserva che:
Un fatto è certo: la videochiamata non è mai andata molto giù ai consumatori, mobili o fissi; mentre sembra ormai un must su Skype via computer.  
A mio avviso il motivo è semplice: chi ha voglia di stare come un pirla con il telefono in mano a videochiamare un'altra persona?

Certo che se la videochiamata si potesse fare con un'iPad inserito nel proprio Dock le cose cambierebbero...

Nel grembo del mio blog

Dite la verità: quante volte avete dimenticato, bistrattato, denigrato e trascurato il vostro caro e vecchio blog?
Del resto uno strumento così primitivo non serve più, oramai si usano Twitter e Facebook per comunicare, si scrivono poche parole o, meglio, non si scrivono nemmeno, si clicca sul tasto retweet o su mi piace questo elemento ed è fatta.

Invece un motivo per usare questo arcaico sistema lo trovo quasi tutti i giorni dopo le 16:00, quando, dato che Twitter va in tilt perché gli americani devono dare il buongiorno, mi collego a Facebook e, dopo pochi minuti, sopraggiunge un conato di vomito, allora me ne ritorno nel grembo del mio blog a scrivere.

La morale è sempre quella: se devi scrivere cazzate, un modo lo trovi sempre.

martedì 8 giugno 2010

Oz vaffanculo

Al telefono ti dicono, con tono dispiaciuto, che probabilmente non ci sono più biglietti, che lo spettacolo sarà solo per i genitori.
Una volta messo giù cominciano i festeggiamenti che, però, durano solo due giorni, fino a quando arriva la tragica notizia: hanno recuperato i biglietti per tutti.

Che bello spararsi di domenica pomeriggio due ore di balletto fatto da bambini tra i 4 ed i 14 anni, insceneggiavano il Mago di Oz, tradotto per i comuni mortali: due palle megagalattiche!

Nulla da dire sugli interpreti, si andava dalla tenerezza che fanno le bambine più piccole alla voglia di gridare alle più grandi che forse sarebbe meglio per loro - e per noi - dedicarsi ad altro, se a 14 anni sono più impacciate di me nel muoversi forse non è roba per loro (probabilmente i genitori non glielo dicono per non offenderle e le maestre per non perdere un cliente).

Mentre mi muovevo sulla poltrona come se fossi seduto su una griglia della Festa dell'Unità, giusto per intrattenermi in qualche cosa e non fare la figuraccia di addormentarmi - cosa permessa ai nonni, ma solo per rispetto della loro anzianità - una decina di papà rimanevano immobili con il braccio sollevato e la videocamera in mano a riprendere tutte le due ore di spettacolo. Visto che solo una bambina rimaneva sul palco per tutta la durata dello spettacolo, ci sono 9 papà che hanno ripreso due ore di Oz per 5 minuti di apparizione, spero non abbiano il coraggio di rivederlo e spero, ancor di più, non abbiano mai il coraggio di farlo vedere ad altre persone. Vi immaginate che bello se un vostro amico vi invitasse a casa sua per farvi accomodare sul divano e propinarvi due ore di Mago di Oz, per poi fare una decina di rewind dei 5 minuti di gloria della propria figliola?

Ma magari mi sbaglio: forse ci sono 9 uomini convinti di essere il padre di quella bimba, ma questo, allora, diventerebbe un problema per la "certa" madre.

giovedì 3 giugno 2010

Gelato artigianale?

Che bello fare una paseggiata romantica lungo il lago in una domenica soleggiata e ventosa. Cosa c'è di meglio per addolcirla se non un bel gelato?

Ci fermiamo ad una gelateria artigianale, facciamo defluire la coda di stranieri (per loro venire in Italia e non mangiare il gelato e come per noi andare a a Parigi e non vedere la Torre Eiffel), prendiamo il nostro bel gelato e poi leggiamo gli ingredienti: una valanga di E seguite da numeri; coloranti, ecco cosa mette il "gelatiere artigiano" nel gelato, coloranti!



martedì 1 giugno 2010

Cara Expedia

Cara Expedia,
se ti chiedo il volo di andata al mattino e quello di ritorno al pomeriggio, perché il risultato è il volo delle 21:35 all'andata e quello delle 8:50 al ritorno?

Update: se ti chiedo Londra, intendo Londra e non paesi limitrofi.

L'armadio delle futilità

La Settimana Egnimistica era la mia rivista preferita quando andavo al mare, visto che stare in spiaggia lo trovavo divertente come avere una sanguisuga attaccata ai testicoli, la mia unica salvezza era proprio la rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Adesso è parecchio tempo che non la compro più, ho risolto il problema della noia da spiaggia non andando più di 4 giorni al mare e passando gran parte della giornata al bar della spiaggia a bere lo spritz.

Però un po' mi manca. No, non mi mancano quei cavolo di cruciverba che non riuscivi a finire perché non sapevi come si chiamava il figlio di un dio minore greco, non mi mancano le vignette che non facevano ridere nessuno e men che meno i puntini da unire. Mi manca il Lo sapevate che (o almeno credo si chiamasse così) un insieme di curiosità che sicuramente non cambiavano la vita ma che adoravo in maniera incredibile.

Per soddisfare questa mancanza ho trovato un succedaneo del Lo sapevate che in rete, è un blog scritto in inglese che si chiama Futility Closet titolo che mi sono permesso di tradurre in: Armadio delle Futilità.

Se volete, lo potrete leggere in spiaggia con l'iPad, io vi aspetto al bar e comincio ad ordinare gli spritz.