lunedì 12 aprile 2010

L'iPod, l'iPad e i nativi senzacarta

Mi ricordo ancora quando ricevetti in regalo il mio primo iPod, nell'aprire la confezione a forma di cubo - vedere il packaging minimalista dei modelli recenti un po' mi deprime - mi tremavano le mani. Passai la notte (era Natale) a trasferire musica dai CD al nuovo giocattolo, stava cambiando il modo in cui avrei consumato musica, non più solo in auto o a casa, ma ovunque e in qualsiasi situazione. Avevo già un lettore CD portatile ma non l'avevo mai usato fuori di casa e adesso è attaccato all'amplificatore T-Amp del mio mini-impianto Hi-Fi.

Ora di iPod ne ho tre(quattro se si considera l'iPhone): il primo, il Classic che mi ha fatto tremare le mani, lo uso in casa, il secondo, un iPod Nano, lo porto sempre con me, il terzo, uno shuffle, è il compagno delle corsette in mezzo ai campi. Non c'è dubbio, l'iPod è stata una rivoluzione nel mondo musicale, sarà lo stesso per l'iPad e l'editoria? Ho qualche dubbio.

Probabilmente, quando - e se - aprirò la confezione dell'iPad,  mi tremeranno le mani - l'Applemania è molto simile al feticismo - ma non passerò la notte a importare libri e riviste sul nuovo gadget perché non si può fare (a meno che non voglia passare mesi della mia vita a digitalizzare tutto il materiale cartaceo di cui sono in possesso).
Come ho già detto prima, la musica , prima dell'avvento dei lettori mp3, l'ascoltavo prevalentemente in auto o a casa (computer, stereo o cuffie con lettore CD portatile), con l'iPod la musica posso ascoltarla anche mentre corro o passeggio, quando sono in bici (stando molto attento), mentre sono sul tram, mentre aspetto il mio turno in posta ed in tutte le situazioni in cui non reputo necessario dover ascoltare quanto mi circonda.
Dove leggo principalmente? Sul water, sul divano, a letto, e, quando usavo i mezzi per andare al lavoro, sul metrò. Dove leggerò quando - e se - avrò un iPad? Sul water, sul divano, a letto e, se dovessi cambiare lavoro, sul metrò.
A differenza del suo fratellino musicale, l'iPad non mi permetterà d'importare i miei vecchi libri e riviste in un formato più agevole e, soprattutto, non aumenterà il tempo che potrò dedicare alla lettura, anzi, la mia paura è che accada il contrario, che, invece di mettermi a leggere un buon libro alla vecchia maniera, mi metta a leggere un libro controllando la posta, i feeds, twitter, youtube e chi più ne ha più ne metta.

Forse, in futuro, dopo i nativi digitali ci saranno i nativi senzacarta (a cui qualcuno più intelligente di me troverà un nome decente che non ricordi gli immigrati irregolari francesi ), persone che non avranno mai avuto uno stipendio, un estratto conto, una bolletta, un libro, una rivista o qualsiasi altra cosa in formato cartaceo. Per loro strumenti come l'iPad saranno indispensabili, per i nativi concarta come me, la gioia di leggere una rivista cartacea sul cesso non ha né prezzo né rivali digitali. 

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