Non c'è stato tempo per pensare cosa portare da leggere al mare...ho preso tre libri al volo......compreso "Cecità" di Saramago...
Ma, si sa, a volte il destino sceglie per te...e così tu non fai nessuna fatica.....
Nei libri che ho preso vi ho trovato anche "Lettera a mia madre" di G. Simenon...allora sai che ho fatto? Ho letto questo, per primo...anche perchè, un centinaio di pagine contenute in un formato mini tascabile, lo avrei letto in un'oretta circa.....
< "Dopo anni di assenza G. Simenon torna a Liegi per assistere agli ultimi giorni della madre novantenne. Nella stanza d'ospedale due occhi di un grigio slavato lo fissano; "Perchè sei venuto, Georges?).." E qui comincia un ultimo duello, silenzioso e immobile, fra madre e figlio....I loro rapporti non sono mai stati facili, nessuno dei due è abituato all'espansività dei sentimenti.....Eppure, solo ora, Simonen ha l'impressione di capire sua madre, e insieme di non sapere quasi nulla di lei. >
Se dovessi scrivere una lettera a mia madre.....sarebbe un libro.
Mia madre è la figura più importante della mia vita: passato e presente...il futuro è fragile...fragile perchè quasi i ruoli si invertono....diventa lei, la figlia....pur conservando il suo ruolo....
Difficile a spiegarsi.
Ma è fragile, dopo essere stata una roccia per tutta l'esistenza..ti accorgi che hai a che fare con una persona diversa, delicata, paziente, ripetitiva fino ad essere ossessiva...
Eppure tempo addietro non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Vedeva lontano, mia madre...e per tutti un sorriso, una parola gentile...una di quelle madri che solo a vederla di rende serena: rafforza il tuo piacere di essere viva.
E poi, niente finzioni...i tuoi silenzi li capiva; bastava ti guardasse in faccia per capire che la serata non era stata delle migliori: non chiedeva niente.
Sapeva che, prima o poi, saresti stata tu a parlare...e lei......
Lei sapeva ascoltare.
Senza sentenziare.
Gli abbracci infiniti. Ma anche le punizioni, certo, poche e puntuali: chiare.
"Cambia il punto di vista dell'osservatore", diceva.
Non stare ferma nel solito punto, muoviti e guarda e pensa, prova.
Fantastica!
Una mamma "un'amica" così non si ha tutti i giorni.
Ora la guardo e sento di dover fermare quegli attimi; registrare ogni sua espressione affinchè non la dimentichi...ogni giorno è regalato, da custodire gelosamente.
Sarà dura, domani.
Leyla
Ma, si sa, a volte il destino sceglie per te...e così tu non fai nessuna fatica.....
Nei libri che ho preso vi ho trovato anche "Lettera a mia madre" di G. Simenon...allora sai che ho fatto? Ho letto questo, per primo...anche perchè, un centinaio di pagine contenute in un formato mini tascabile, lo avrei letto in un'oretta circa.....
< "Dopo anni di assenza G. Simenon torna a Liegi per assistere agli ultimi giorni della madre novantenne. Nella stanza d'ospedale due occhi di un grigio slavato lo fissano; "Perchè sei venuto, Georges?).." E qui comincia un ultimo duello, silenzioso e immobile, fra madre e figlio....I loro rapporti non sono mai stati facili, nessuno dei due è abituato all'espansività dei sentimenti.....Eppure, solo ora, Simonen ha l'impressione di capire sua madre, e insieme di non sapere quasi nulla di lei. >
Se dovessi scrivere una lettera a mia madre.....sarebbe un libro.
Mia madre è la figura più importante della mia vita: passato e presente...il futuro è fragile...fragile perchè quasi i ruoli si invertono....diventa lei, la figlia....pur conservando il suo ruolo....
Difficile a spiegarsi.
Ma è fragile, dopo essere stata una roccia per tutta l'esistenza..ti accorgi che hai a che fare con una persona diversa, delicata, paziente, ripetitiva fino ad essere ossessiva...
Eppure tempo addietro non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno. Vedeva lontano, mia madre...e per tutti un sorriso, una parola gentile...una di quelle madri che solo a vederla di rende serena: rafforza il tuo piacere di essere viva.
E poi, niente finzioni...i tuoi silenzi li capiva; bastava ti guardasse in faccia per capire che la serata non era stata delle migliori: non chiedeva niente.
Sapeva che, prima o poi, saresti stata tu a parlare...e lei......
Lei sapeva ascoltare.
Senza sentenziare.
Gli abbracci infiniti. Ma anche le punizioni, certo, poche e puntuali: chiare.
"Cambia il punto di vista dell'osservatore", diceva.
Non stare ferma nel solito punto, muoviti e guarda e pensa, prova.
Fantastica!
Una mamma "un'amica" così non si ha tutti i giorni.
Ora la guardo e sento di dover fermare quegli attimi; registrare ogni sua espressione affinchè non la dimentichi...ogni giorno è regalato, da custodire gelosamente.
Sarà dura, domani.
Leyla
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